Psicoterapia dell'età evolutiva per bambini

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Lo psicoterapeuta che si occupa di età evolutiva svolge l’attività clinica con i bambini dalla prima infanzia alla preadolescenza. Questo lavoro si articola in diverse fasi:  partendo da un momento di consultazione iniziale, strettamente legato al processo psicodiagnostico, e dunque prioritariamente volto a comprendere e dare un inquadramento diagnostico al problema, malessere, sintomo, sofferenza manifestato dal bambino, a un’effettiva presa in carico, quando necessario, del bambino in un percorso strutturato di sostegno del bambino dal punto di vista psicologico ed emotivo.

È necessario sottolineare che con il termine “infanzia” si vuole indicare un periodo della vita inteso come il “tempio sacro” dello sviluppo dell’identità: un momento storico in cui si forma il sé infantile, un’istanza fondamentale per il benessere futuro dell’individuo.

Il sé viene inteso come dotato fin dall’origine di una tensione motivazionale, che parte dalla matrice somatica dell’esperienza umana e, attraverso sistemi motivazionali come quelli della regolazione fisiologica e dell’attaccamento, consente l’emergere di una dimensione psichica già nella prima parte della vita.

Lo sviluppo psichico del bambino include la maturazione di importanti funzioni cognitive e anche emotive, quali passaggi fondamentali per favorire un processo evolutivo in divenire: dalla capacità di rappresentazione allo sviluppo delle prime competenze relazionali che iniziano con stati interni ed esperienze interpersonali, vissute in primo luogo a livello somatico.

Ci sono periodi particolari ed eventi precisi - a volte traumatici - che interferiscono con lo sviluppo evolutivo del bambino e, senza volerne forzatamente parlare in termini di problematicità, si ritiene importante prendere in considerazione le manifestazioni sintomatiche e comprenderne il significato al fine di sostenere il processo di crescita. In tal senso, il sintomo può essere inteso come un messaggero che veicola un significato: lo psicoterapeuta cerca di esserne recettore e al tempo stesso interprete, declinandolo nel corso del lavoro clinico sia con il bambino sia con i genitori.

Generalmente le aree di espressione del disagio infantile sono molteplici. Il bambino esprime il suo malessere attraverso diversi canali: l’alimentazione (anoressia, bulimia, sovrappeso, Nas), gli stati d’ansia (preoccupazioni, paure, fobie), i problemi scolastici (come i disturbi dell’apprendimento), i disturbi dell’umore (depressione, tristezza persistente), gravi difficoltà relazionali e affettive (ad esempio i disturbi dello spettro autistico).

L’intervento terapeutico con il bambino  è finalizzato alla risoluzione dei sintomi e alla riattivazione del processo evolutivo e di crescita, per  questo non può che essere un trattamento specifico per ogni singolo caso. Accanto al bambino c’è poi la famiglia, i genitori e se occorre la scuola con gli insegnanti che dovranno essere supportati in questo percorso di cambiamento e di maturazione del bambino, aiutandoli a sintonizzarsi con il bambino e il suo modo di evolvere.

Nel caso in cui si arrivi a stabilire la necessità di una psicoterapia, fondamentale è la condivisione del significato dell’intervento con i genitori in modo da creare una base di fiducia e di partecipazione alla terapia della famiglia e del contesto in cui vive il bambino, con il progetto terapeutico.